Arriva per tutti… Sono mesi ormai che sei venuto a cambiare vita a Tenerife e sei convinto che ti stai adattando bene, stai apprendendo la lingua e cominci a comprendere le abitudini e i modi di pensare locali e all’improvviso una mattina… ti svegli e per la prima volta ti rendi conto, compiutamente e dolorosamente, che hai lasciato alle spalle tutte le tue certezze, i tuoi affetti, i tuoi ricordi e le tue abitudini e che sei solo all’inizio di un percorso lungo e complicato che ti porterà sempre più lontano da tutto quello che conoscevi.
Sono centinaia le ragioni per cui ci si trasferisce e tutte diverse tra loro come differenti sono le persone che compiono questa scelta e così pure le maniere e le tempistiche con cui le mettono in atto; alle volte la decisione è scaturita da un’attenta analisi e da una scelta ponderata a lungo, altre volte le circostanze hanno deciso al posto dell’interessato. In alcune occasioni si è deciso di fuggire da situazioni sociali o emotive che rendevano infelici e altre volte ci si è solo lasciati trasportare dalla corrente e si è seguito, quasi passivamente, chi già aveva percorso quella strada.
Ci si è lanciati così su una strada lastricata di esperienze intense e fatta di continui bivi e cambiamenti, ma non sempre con la coscienza che trasferirsi con successo è la metafora della fenice: solo dopo essersi fatti cenere si può risorgere più forti di prima!
Morire e rinascere in vita dovrebbe significare l’abbandonare per scelta determinati atteggiamenti, azioni, situazioni e modi di pensare che, producendo sempre gli stessi risultati, hanno inevitabilmente portato all’esigenza di evolvere, di rompere con il vecchio per accedere al nuovo ed affrontare un percorso di cambiamento e di crescita.
In realtà, la piena coscienza di questo processo, che ha portato alla decisione di trasferirsi qui a Tenerife per cambiare vita e che dovrebbe permeare ogni passo e ogni decisione quotidiana, non fa parte della preparazione mentale della maggior parte delle persone che arrivano sull’isola… e i risultati sono sotto gli occhi di tutti….
Tra tutti i casi il peggiore è forse il tentativo continuo di ricreare piccole realtà circoscritte che emulino e diano l’impressione di stare ancora in Italia, frequentando solo italiani, rifiutandosi di apprendere seriamente la lingua locale e cercando di fare finta che niente sia successo nella vita di tutti i giorni se non l’accettare la presenza di qualche grado extra di calore e qualche piccola difficoltà nell’orientarsi.
Questo perché non si ha immediatamente il coraggio di riconoscere che sono venute a mancare tutte quelle coordinate che conoscevamo alla perfezione in Italia e che ci guidavano infallibilmente in ogni giorno della nostra vita: grazie a loro sapevamo chi eravamo, dove andavamo, perché esistevamo, come lo avremmo fatto e con chi lo avremmo condiviso.
La maggior parte delle persone continua a negare a se stessa questa incontrovertibile realtà affaticando pesantemente il “senso della realtà” del nostro cervello e piombandolo spesso in uno stato che potremmo definire di “stress da espatrio”.
A tutti gli effetti il concetto di espatriare e cambiare vita è una specie di metafora dell’estinzione di tutto ciò che si conosceva a vantaggio del rinascere nell’assoluta mancanza di conoscenza e di punti di riferimento.
Per essere ancora più chiari, potremmo autocitarci usando una frase che abbiamo utilizzato tutti con una certa consuetudine: beata l’innocenza dei bambini. Tuttavia… ora che vi ritrovate in questo stato di rinascita, invece che apprendere dal mondo circostante come fanno i bambini… fate resistenza, cercate di insegnare anche se tutto quello che sapevate ha fatto di voi degli emigranti o ancora peggio vi ostinate a negare la nuova realtà cercando di adattarla alle vostre abitudini.
Pensate che la popolazione Tinerfeña conta circa 25.000 Italiani su 2.500.000 Canari; questo significa che, se vi steste davvero adattando bene, per ogni italiano che conoscete dovreste frequentare 100 Canari.
Vi riconoscete in questa descrizione? Io non credo proprio e già questo dovrebbe portare a farvi delle domande serie su come stia procedendo il vostro processo di adattamento…
Ora, premesso che nel trasferirsi in una realtà particolare come questa, con cambi climatici importanti e circondati continuamente da fattori estranei e sconosciuti, è assolutamente normale che si sperimentino stati emozionali di confusione e disorientamento, andiamo a vedere quali sono i sintomi principali da tenere monitorati perché spesso costituiscono le prime avvisaglie di un processo di cambiare vita a Tenerife che non procede in maniera ottimale:
Cambiare vita a Tenerife – Sintomi di disagio
• Sbalzi di umore, con passaggi continui e non giustificabili tra positività e negatività
• Tendenza ad evitare nuove esperienze sociali, conoscenze o nuove occasioni di relazioni
• Costante perdita di interessi e tendenza a forme leggere di apatia o sensazioni di affaticamento
• Sensazione di difficoltà ad incidere sugli avvenimenti
• Disturbi psicosomatici di vario genere: insonnia, nausee, mal di testa, inappetenza, etc…
• Costante senso d’ansia verso il futuro prossimo e remoto
• Sensazione di nostalgia e di isolamento
• Costante sentore di inadeguatezza o estraneità verso le nuove situazioni
• Ripetuto senso di fastidio verso aspetti della cultura locale e dei suoi membri
• Frequente progettualità su un eventuale ritorno in patria
• Senso di perdita delle relazioni affettive importanti
• Percezione confusa del nuovo “se stessi”
Si pensi che nel parlare delle problematiche legate all’espatriare, si usa spesso il termine di “lutto migratorio” proprio perché molti di quegli stati emotivi sopra descritti, sono quelli che ci affliggono più frequentemente quando perdiamo una persona a noi cara o un importante punto di riferimento.
Persino le modalità con cui ci confrontiamo con queste perdite, sono simili a quelle che si mettono in campo, consciamente o inconsciamente, in un processo di adattamento a una nuova vita: il negare la realtà (non è cambiato praticamente niente), la rabbia (è tutto uno schifo), passando per i vari stadi di metabolizzazione delle nostre sensazioni che piano piano ci portano ad adattarci alla nuova situazione e all’apprendere il modo migliore di conviverci e proseguire la nostra vita.
Ma ci sono dei comportamenti e degli accorgimenti che ci permettono di superare più agevolmente questo periodo di confusione e di riacquistare il prima possibile il nostro equilibrio?
Ovviamente la vita è una severa maestra e tra le esperienze personali e quelle di chi ce l’ha fatta, ha fallito o è ancora in mezzo al guado, emergono alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarvi… anche se tanto VOI non ne avete bisogno… casomai gli altri, ma non voi!!! 😉
Sia come sia, eccovi qualche piccolo, personalissimo e opinabilissimo consiglio per cambiare vita a Tenerife con successo:
Cambiare vita a Tenerife – Consigli per affrontare il cambiamento
1) Come prima cosa impegnatevi ad imparare la lingua, sia iscrivendovi a qualche corso, sia sforzandovi di leggere giornali locali, ascoltare TV locali e frequentare gente del luogo: prima imparerete ad esprimervi fluentemente e ad essere capaci di descrivere tutta la gamma di sfumature emozionali e di pensiero e prima vi sentirete parte della comunità locale… ed eviterete di essere capiti male!
2) Staccate una volta per tutte il cordone ombelicale con “mamma Italia” e soprattutto… staccate la presa del satellitare! Siete venuti a fare parte di una nuova realtà e quindi ascoltate i telegiornali Spagnoli, imparate a conoscere la politica locale, seguite i vari programmi e dibattiti e oltre ad avere argomenti con cui allacciare discorsi con la gente del luogo… migliorerete anche la vostra lingua
3) Datevi un certo numero di obbiettivi sia personali che lavorativi oltre che sociali e programmateli sia per il futuro prossimo che per gli anni a venire: ricordatevi che le cose non capitano per caso… oppure anche sì, ma poi non lamentatevi di quello che vi manda la sorte! 😉 Personalmente trovo preferibile darmi dei traguardi e gratificarmi al raggiungerli
4) Non cedete mai a quella sterile sensazione di sentirvi sopraffatti dalla moltitudine di difficoltà! Presi tutti insieme i problemi assumono i connotati di un muro insormontabile, ma se affrontati singolarmente e con impegno sono per la maggior parte niente di più che passeggeri fastidi! Magari per prendere lo slancio giusto… cominciate dai problemi più semplici!!!
5) Smettetela di lamentarvi! Continuare a ripetervi ciò che non vi piace, vi porta a un livello di insoddisfazione che deprime chi vi sta intorno e porta voi a lamentarvi sempre di più. Concentratevi sulle cose positive per cui siete qui oppure… tornatevene a casa!!!
6) Frequentate con una certa assiduità luoghi nuovi e cercate di conoscere costantemente gente nuova; passate se volete a prendere un caffè al bar Italiano dove conoscete tutti, ma fermatevi nel chiringuito locale per scambiare 4 chiacchiere sulla politica o sullo sport con i residenti locali
7) Dedicatevi pure ai vostri interessi di sempre e approfittate delle nuove opportunità per lasciarvi affascinare dalle novità intorno a voi!
8) Non rifugiatevi in alcool, antidepressivi o altre sostanze stupefacenti: non serve che sia io a dirvi che il sollievo e solo momentaneo ed artificiale e che una volta esaurito il loro effetto… troverete la vita lì ad aspettarvi esattamente dove l’avevate lasciata!
9) Siate capaci di non tenervi tutto dentro e di approfittare delle amicizie per condividere gioie e tristezze e se dovesse essere il caso…. piangete e sfogatevi, ma non piangetevi addosso!
10) Scrivetevi su un foglio i motivi che vi hanno spinto a venire qui a Tenerife e nelle giornate “ombrose” tiratelo fuori dal portafoglio e rileggetevelo: spesso tendiamo a scordarci che i motivi che ci hanno spinto a venire su quest’isola sono ancora validi e reali e che, oggi come allora, i vantaggi superano gli svantaggi: abbiamo solo bisogno di ricordare bene tutto per risentirci motivati
11) Non vi isolate e non vi circoscrivete: c’è un mondo da conoscere e persone da esplorare, l’unico limite a riempire di novità ogni giorno che Dio vi manda… siete voi stessi!
12) Se vi sentite fuori fase, demotivati, frustrati o impotenti fate qualcosa che solitamente vi fa stare bene: una doccia calda, una passeggiata sulla sabbia, una telefonata a una persona cara: spesso basta veramente poco per rimettersi “a fuoco”
13) Infine, se proprio sentite nel profondo di voi stessi che non ce la potete fare… ricordate che l’Italia non è Atlantide, non è stata inghiottita dalle acque e avrete sempre la possibilità, in un modo o nell’altro, di farci ritorno
Non so se questo articolo potrà davvero essere utile a qualcuno o se finirà ignorato, perché ci vuole molto coraggio per ammettere che alcuni di questi “approcci sbagliati” al cambiare vita ci appartengono e che quindi dovremmo cambiarli, adottando le strategie del caso.
Tuttavia… ogni giorno mi alzerò, uscirò di casa e incrocerò decine di Italiani che ripetono come un mantra che sono venuti qui a cambiare vita, ma poi continuano a fare le stesse cose che facevano in Italia, a pensare nella stessa maniera, a comportarsi in modi identici e a parlare lo Spagnolo come Bantù e so già che…
Tuttavia…. ogni giorno mi alzerò, uscirò di casa e incrocerò sempre qualche nuovo Italiano che sembra quasi venuto a sostituirne un altro che è tornato a vivere nel Bel Paese “perché qui non si è trovato bene”: anche loro già ripetono come un mantra che sono venuti qui a cambiare vita, ma poi continuano a fare le stesse cose che facevano in Italia, a pensare nella stessa maniera, a comportarsi in modi identici e a parlare lo Spagnolo come Bantù e so già che…
Tuttavia… 😉
Hasta pronto!